Note anche come traduzioni giurate, le traduzioni legalizzate sono così chiamate perché vengono asseverate di fronte a un ufficiale di stato civile che ha il compito di rendere il giuramento ufficiale; in alternativa, può essere prevista la presenza di un notaio. Dal punto di vista giuridico la procedura prende il nome di asseverazione, mentre a livello colloquiale si parla di traduzione giurata; il concetto è sempre lo stesso, però. La traduttrice Giuliana Bonifacio che si occupa di traduzioni ad Udine ed in particolare di traduzioni legalizzate ci spiegherà tutto quello che c'è da sapere a riguardo.
Diversamente da ciò che accade in Germania e in altri Paesi, in Italia non si parla di traduttori asseverati, dal momento che non sono giurati i traduttori, ma sono giurate le traduzioni: questo avviene anche perché nel nostro Paese quella dei traduttori non è una categoria professionale riconosciuta dal punto di vista legale, come succede – per esempio – per gli avvocati, per i giornalisti o per i medici. L'asseverazione non è altro che un giuramento che il traduttore presta di fronte a un pubblico ufficiale, che nella maggior parte dei casi corrisponde al pubblico ufficiale di cancelleria che lavora presso il tribunale competente. Il documento originale – che in termini tecnici è definito testo sorgente – deve essere rilegato (si può trattare anche di una copia, purché autenticata), e lo stesso dicasi per la traduzione relativa, in modo tale che si ricavi un fascicolo unico che non può essere scomposto. In questo fascicolo, l'ultima pagina deve essere rappresentata dal verbale di asseverazione, che viene fornito dal tribunale. Sul verbale deve essere apposta una marca da bollo; inoltre, c'è bisogno di una marca da bollo ogni 4 fogli della traduzione.
La legalizzazione di una traduzione, invece, viene eseguita dalla Prefettura o dalla Procura della Repubblica; essa riguarda i documenti tradotti giurati, ma può coinvolgere anche dei documenti originali, per fare in modo che essi siano riconosciuti al di fuori dei confini nazionali. Un documento straniero tradotto in italiano e giurato per essere usato nel nostro Paese non può essere apostillato o legalizzato.
Le traduzioni legalizzate possono essere richieste per una grande varietà di documenti: un certificato anagrafico, per esempio, ma anche un diploma di laurea o un altro titolo di studio. O, ancora, una patente di guida o una certificazione professionale. Il giuramento per la traduzione deve essere prestato di fronte a un notaio o a un cancelliere, nell'Ufficio Asseverazioni Perizie e Traduzioni del tribunale a cui ci si rivolge. La firma del traduttore deve essere presente sull'ultima pagina del testo, con la data.