Ascensore in casa? Ecco le norme che devi conoscere

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Hai un’abitazione a più piani e stai pensando di installare un ascensore? Vuoi sapere cosa prevede la normativa vigente e quali sono gli oneri che ti riguarderebbero in caso decidessi di procedere? Effettivamente per installare ascensore in casa occorre conoscere in modo approfondito cosa dice la legge perché, come vedremo, questo argomento è disciplinato da precise regole che riguardano la ditta a cui ti affidi, le manutenzioni e gli eventuali benefici economici a cui potresti avere accesso. Vediamo tutto quello che c’è da sapere!

Cos’è un mini ascensore?

Prima di procedere vorremmo chiarire brevemente che cos’è un ascensore e in cosa differisce dal mini ascensore. Entrambi sono impianti di sollevamento verticale ma, in realtà, il loro funzionamento e la loro destinazione d’uso è un tantino differente. Nel primo caso parliamo di impianti che servono strutture a molti piani come un condominio, un palazzo o un centro commerciale.

Quando ci riferiamo ai mini ascensori, invece, intendiamo quegli impianti che vengono installati in un’abitazione privata e che necessariamente sono di misure più contenute oltre a collegare meno piani su un’altezza inferiore. In breve per le abitazioni private si parlerà di mini ascensori mentre per condomini, palazzi e stabili il termine esatto è quello di ascensore. Ci sono poi altri termini come montacarichi, piattaforma di sollevamento e home lift che, grossomodo, fanno riferimento al medesimo impianto.

Requisiti, leggi e permessi

Per l’installazione di un ascensore privato occorre fare riferimento alle normative di edilizia libera a patto che i lavori non incidano direttamente sulla struttura portante di un edificio. Tale chiarimento è riportato sul Decreto Ministeriale 2018 al Glossario per le opere di edilizia libera. Secondo questo testo gli ascensori per l’abbattimento di barriere architettoniche, così come anche montacarichi e servoscala, non prevedono la necessità di richiedere l’autorizzazione al Comune per l’approvazione.

L’unico caso in cui questa è necessaria riguarda gli impianti esterni da installare su pre-esistenti edifici. In questo caso l’impianto verrà installato al fianco di un immobile che originariamente era privo di ascensore. Per questo sarà necessario presentare le richieste per l’inizio dei lavori all’ente di competenza del proprio Comune. Per i condomini il discorso è differente perché l’autorizzazione deriva dalla non lesione dei diritti degli altri condomini. In pratica l’impianto non deve danneggiare l’immobile e deve rispettarne il decoro architettonico anche se, in caso di barriere architettoniche, non è necessario il consenso di tutti i condomini.

Le norme non scritte

Un’abitazione a piani può essere una situazione confortevole da un punto di vista della qualità della vita ma, con il passare del tempo, questa può trasformarsi in un grosso ostacolo. Le scale sono una barriera pericolosa che con l’avanzare dell’età o l’arrivo di una patologia si trasformano presto in un pesante impedimento. Anziché spostare la zona notte al piano terra sarà possibile continuare a vivere la propria casa senza alterarla proprio grazie all’ascensore privato.

Inoltre bisogna anche considerare che laddove l’impianto sia di supporto alla rimozione delle barriere architettoniche sono previsti importanti incentivi economici e fiscali a sostegno di questa spesa. Difatti il Governo consente di detrarre fino al 50% della spesa sostenuta oltre al beneficio dell’IVA agevolata al 4%. In questo modo tutti possono accedere all’installazione di un ascensore senza dover passare a soluzioni compromissorie estreme che peggiorino la qualità della vita delle persone.

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