Caffé: dal chicco alle capsule compatibili, storia di una tradizione che viene da lontano

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Caffé: dal chicco alle capsule compatibili, storia di una tradizione che viene da lontano

Il caffè che oggi ritroviamo nelle pratiche e moderne capsule ha una storia lunga e antica: anche nel nostro paese la tradizione che si porta dietro è ricca ed interessante.

La bevanda ricavata dai pregiati chicchi scuri è una delle bevande più bevute ed amate nel mondo. Sebbene oggi la sua diffusione avvenga in Occidente tramite i metodi più moderni come le capsule compatibili e le moderne macchine da caffè controllate direttamente da smartphone, dietro di sé cela una storia antica e ricca di eventi che si legano indissolubilmente con la storia del mondo.

Il nostro paese è particolarmente significativo di questa correlazione tra storia e caffè: fra i primi europei a rendere nota questa materia prima al mondo occidentale, infatti, vi erano proprio degli italiani. Attorno alla prima metà del Seicento infatti la Repubblica di Venezia era una delle principali potenze europee e, soprattutto, intratteneva rapporti commerciali di estrema importanza con gli imperi d’Oriente. Fu proprio così che alcuni botanici in spedizione in Egitto, tra i quali ricordiamo i nomi di Prospero Alpini e Pietro della Valle, vennero a contatto con la pianta del caffè, che fu importata in Italia da alcuni commercianti nel 1615.

La bevanda non fu però immediatamente accettata a causa della sua origine musulmana: il consumo di caffè generò quindi, nell’Europa cristiana, una serie di dispute di vario genere che terminarono solo grazie all’intervento del Papa stesso. Clemente VIII, sollecitato dai sacerdoti affinché bandisse questa “bevanda del diavolo”, decise quindi di assaggiarla in prima persona. Caso fu che quel liquido scuro ed amarognolo gli piacque molto, fino al punto che la battezzò favorevolmente come “bevanda cristiana”.

Da quel momento in poi la diffusione del caffè fu inarrestabile. Insieme alla cioccolata, divenne nel Settecento e nell’Ottocento protagonista della fioritura di quei luoghi adibiti appositamente alla consumazione di questa bevanda: per l’appunto, i Caffè. Questi locali in Italia divennero vere e proprie istituzioni, che arrivarono in alcuni casi ad identificarsi con particolari movimenti artistici e politici che li avevano eletti a proprio luogo di ritrovo.

Tra i primi esercizi di questo tipo vi fu il Caffè Florian a Venezia: inaugurato nel 1720, fu adibito nel 1848 ad infermeria per gli insorti durante la battaglia per la liberazione di Venezia dagli Asburgo. A Padova nacque nel 1831 il celeberrimo Pedrocchi, che fece da sfondo alle riunioni dei liberali italiani dell’epoca. E se a Roma avevano il Caffè Greco, a Trieste spopolarono il Caffè San Marco e Garibaldi, oltre al Tommaseo e al Caffè degli Specchi: qui si intrecciavano le storie dei rivoluzionari, dei politici, degli intellettuali italiani.

A Milano invece fu fondata una rivista, il Caffè, che divenne tra il 1764 e il 1766 un punto di riferimento di spicco per l’intellighenzia Milanese.

Il caffè oggi in Italia è un simbolo legato alla qualità del prodotto e alla tradizione della sua preparazione. Soprattutto, però il caffè è legato a una sfera conviviale e di condivisione, un rituale irrinunciabile che da Nord a Sud accomuna tutto il paese.

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